Agli inizi del 1500 Venezia era diventata la prima potenza italiana, con l’inevitabile seguito di gelosie e conflitti di interesse. Da queste premesse, nel 1509, nasce la lega di Cambrai: una colossale coalizione contro la Serenissima che la costrinse in armi contro mezza Europa.
Seguirono sette anni di guerra nel corso dei quali, l’astuta diplomazia veneziana, seppe rovesciare molte alleanze e riguadagnare il grosso dei possedimenti che aveva perduto in terraferma durante il conflitto. Tuttavia i territori uscirono malconci e stremati da questo confronto mortale.

Si inserisce in tale cornice la combinazione di una serie di fattori che è difficile ricomporre in un preciso schema crono-logico organico e sequenziale:

  • la necessità della ricostruzione,
  • la riscoperta culturale della vita agreste prodotta dall’Umanesimo,
  • il prestigio sociale di possedere una villa,
  • la penuria di derrate alimentari provocate da un impetuoso incremento demografico,
  • il conseguente interesse economico legato alla produzione di cereali,
  • la decisione di Venezia di liberare il Dogado dalla dipendenza dal grano importato,
  • le scorrerie dei pirati che rendevano complicato il trasporto delle merci via mare,
  • la necessità di ampliare il territorio coltivato, per mezzo di costosissime bonifiche,
  • le enormi ricchezze che i mercanti veneziani avevano accumulato con il monopolio del mare,
  • le crescenti difficoltà di supremazia navale create dall’impero Ottomano,
  • la concorrenza creata dalle nascenti potenze marittime di Francia, Spagna, e Inghilterra,
  • uno stuolo di valentissimi artisti ed architetti, uno per tutti: Andrea di Pietro, detto il Palladio.

Tutto questo concorre a creare il fenomeno delle “Ville Venete”.

Ed è in tale contesto che a Brugine nel 1553 furono completati i lavori per la realizzazione della villa. Il progetto è del 1544, viene commissionato da Girolamo de’ Roberti all’architetto Andrea da Valle. L'edificio sorge sulle rovine del castello dei Maccaruffo.