tratto dal sito: http://www.francescomorante.it
Andrea Palladio

basilica palladiana 602x432La corretta applicazione degli ordini architettonici era stata premura costante di tutti gli architetti rinascimentali. Essi, come gli antichi romani, riconoscevano negli ordini un principio di proporzionalità di garantita efficacia. E alla metà del Cinquecento, quando la nuova architettura era oramai universalmente applicata, numerosi furono i trattati scritti per meglio conoscere ed applicare gli ordini architettonici. Tra questi trattatisti vi fu il Vignola, il Serlio ed Andrea Palladio.

Il Palladio non si limitò, tuttavia, a teorizzare. Egli realizzò numerose costruzioni, soprattutto a Vicenza, sua città natale, e a Venezia. Nei suoi edifici l’applicazione degli ordini architettonici era più rigorosa che in qualsiasi altro architetto rinascimentale, nonostante ciò, il risultato che otteneva era di un’assoluta originalità.

Il suo segreto era soprattutto nei prospetti. Le varie parti che componevano l’esterno di un edificio, sia che giacessero sullo stesso piano, sia che giacessero su piani diversi, venivano trattate con assoluta chiarezza, dando ad esse un’«impaginazione» da designer. Ciò che quindi creò l’originalità di Palladio fu la sua capacità di compositore. Le sue erano creazioni in cui i singoli elementi perdevano la loro individualità, per dar luogo ad una nuova unità: la composizione.

Pertanto, benché egli usasse porticati che erano delle perfette testate di templi greci, queste, inserite nel contesto dei suoi edifici, acquistavano un’immagine totalmente nuova ed inedita. E l’esempio potrebbe estendersi alle altre componenti classiche che egli usava. Questa sua capacità di separare ed omogeneizzare gli elementi classici nelle composizioni prospettiche lo portò ad utilizzare soluzioni che dopo di lui divennero molto in voga, quale l’«ordine gigante» che si estendeva su due o più piani di un edificio, o il motivo che da egli prese il nome di «palladiana».

Tra gli edifici suoi più noti vi fu la basilica di Vicenza, alcune chiese di Venezia: il Redentore e San Giorgio Maggiore, alcuni palazzi di Vicenza, ed il Teatro Olimpico realizzato nella stessa città. Ma soprattutto sono rimaste famose le ville che egli realizzò nella campagna veneta. Questi interventi istituivano un rapporto molto suggestivo e poetico, tra edificio e campagna, tale che la loro fortuna non ha mai conosciuto cadute. E sono stati tra gli edifici più ammirati e copiati, soprattutto dagli inglesi, che dal XVII secolo in poi, hanno esportato questo stile in tutto il mondo, dall’America all’Australia, dall’India al Sud-Africa, divenendo l’immagine stessa dell’architettura coloniale inglese.