4 - IL DIFFICILE CONFRONTO CON I GRANDI STATI NAZIONALI

 

L'espansione in terraferma aveva sancito, per Venezia, il ruolo di "potenza", con tutto ciò che poteva comportare: i territori, dopo averli conquistati, bisogna anche difenderli e una politica espansionistica attira sempre le invidie e le preoccupazioni degli altri Stati.

Così Venezia si trovò impegnata su due fronti estremamente ambiziosi: il predominio sul mare e quello sulla penisola italiana. Ma alla fine del '400, grandi avvenimenti stavano sconvolgendo il mondo: le nuove scoperte geografiche e il nuovo ruolo degli Stati nazionali. Le prime non fecero sentire immediatamente il loro influsso sulla vita della Repubblica di S. Marco, ma le seconde sì.

L'invasione dell'Italia da parte dei francesi nel 1494 apriva un'era nuova per tutti gli Stati peninsulari e Venezia si trovò impegnata con entità statali molto più potenti. Il giro di alleanze e la sua strategia la portò nel 1495 a conquistare avamposti in Puglia, area chiave per il controllo di Adriatico e Ionio, e ad ottenere la ricca città di Cremona. Ma, concentrandosi troppo sulla penisola, perse di vista il suo impero marittimo e nel 1499 i Turchi la privarono d'importanti città sulle coste albanesi e greche. Con la pace del 1503 Venezia rinunciò alle sue pretese su queste città, dimostrando di pensare più ai territori italiani che alla potenza navale.

 

Repubblica Venezia espansione in Terraferma

Lo spregiudicato gioco di alleanze e il suo ruolo di prima potenza italiana (come in effetti era diventata) produssero una colossale alleanza contro di lei: nel 1509 si costituì la lega di Cambrai che vedeva quasi tutta l'Europa contro Venezia. Dopo aver tentato di spezzare diplomaticamente la coalizione, Venezia mise in piedi un esercito colossale per uno stato italiano: 20.000 uomini. Per errori strategici però, esso fu sonoramente battuto ad Agnadello, in Lombardia, e costretto alla ritirata. La sconfitta scatenò la ribellione delle città assoggettate, cosicché Venezia si ritrovò assediata, come nella IV guerra con Genova. Ma ancora una volta il pericolo suscitò il patriottismo in laguna, mentre nelle provincie artigiani e contadini si accorgevano dell'arroganza e della ferocia degli invasori e si aggregavano alle truppe riorganizzate. Dopo sette anni di guerra, riuscendo anche a rovesciare diplomaticamente molte alleanze, Venezia riuscì a riguadagnare il grosso dei territori di terraferma perduti.

Dopo questa esperienza Venezia seguì una politica di neutralità e, con la diplomazia, riuscì a difendersi dagli invasori che imperversavano nel resto della penisola. Ma il confronto con le "grandi potenze" vedeva ridimensionata la sua forza sul mare, data la crescita delle marinerie dell'Impero Turco e di quello Spagnolo.