Il  pozzo

 Il pozzo rurale

Pozzo a manovella

Un pozzo come tanti nelle aie delle case rurali.

Per secoli pozzaroli e rabdomanti si sono cimentati nello scavo di un pozzo con la trivella a mano. Costruirli con la sola forza delle braccia era un lavoro duro e pericoloso, questa opera d’ingegneria popolare è un piccolo capolavoro.
Non è una costruzione complessa: un muro perfettamente circolare a due teste, coronato in sommità da mattoni posti di coltello e, a segnarne il diametro, un trilite di due robuste colonne in laterizi a tre teste e sovrastante architrave in legno.
Dove fare il pozzo e a quanto scavare, lo decideva il pozzarolo rabdomante con sentenza inappellabile. La sua ricerca seguiva un antico rituale: ampi giri intorno al luogo prescelto con la forcola di legno d’olmo abilmente tenuta in mano; l’attesa che la bacchetta s’eccitasse al sentire il richiamo dell’acqua nascosta, oppure al contrario a rivelare la triste cilecca per l’inesistenza della falda acquifera.
L’operazione di andare a “coglier l’acqua della novella piova” cantata dal Leopardi, identica dai tempi dei romani al momento in cui giunge in sito l’acquedotto pubblico. In duemila anni non è cambiato il rito: corda, carrucola, mastello di legno e poi brocca di terracotta in testa.
La fatica di trivellare a mani, poi subito a murare i primi metri delle pareti del foro scavato, e il calarsi giù per dargli  con vanga e piccone, riempire le caldarelle che svuotavano i compagni di fuori. E murare ancora un altro settore circolare, ad evitare crolli improvvisi, e scavare di nuovo per metri e metri in un cilindro di un metro e mezzo di diametro.

Una fatica che viene ricordata in un antico motto: “quando ti disseti alla fonte ricordati di chi ha scavato il pozzo”.
Una testimonianza del valore di un bene come l’acqua, assoluto e così “utile et humile et pretiosa et casta” per i nostri contadini, come ai tempi di Francesco di Assisi.

Stefano Simoncini
immagine tratta da R. Orsetti - La civiltà contadina delle Marche del XX secolo

 

Il pozzo signorile

Dal punto di vista tecnico costruttivo è identico a quello rurale, la differenza sta nella nella scelta dei materiali. Il rivestimento della vera viene realizzato con pietra scolpita, il trilite prevede diverse soluzioni: due colonne con capitello, l'architrave ad arco ribassato, elemento unico in ferro, maglia di ferro a cupola e molte altre soluzioni tutte rispondenti all'unico scopo di "arredare" il sito in cui viene collocato. Con buona pace del pozzarolo.