Salone Apollo e Dafne

Apollo e Dafne

La favola di Apollo e Dafne, simbolo di castità, la presenza di Peneo, il padre della ninfa, sta a ricordare, sempre per Degli Agostini, l’origine dell’umidità necessaria alla terra per germogliare. Apollo vantandosi con Cupido, dio dell’Amore, lo derise dell’ arco e frecce, ed affermando che quelle armi non sembravano adatte a lui.

Cupido indignato, decise allora di vendicarsi: per dimostrare di cosa fosse capace il suo arco colpì il dio con la freccia d’oro che faceva innamorare, e la ninfa Dafne, di cui Apollo si era invaghito, con la freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore. Apollo, non appena vide la ninfa, figlia del dio-fiume Peneo, cominciò a corteggiarla.

Già prima la fanciulla aveva rifiutato l’amore del dio, dedicandosi piuttosto alla caccia come seguace di Diana, essendo stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando lo vide, cominciò a fuggire.

Apollo si mise allora ad inseguirla, elencandole i suoi poteri per convincerla a fermarsi, ma la ninfa continuò a correre, finché, ormai quasi sfinita, non giunse presso il fiume Peneo, e chiese al padre di aiutarla facendo dissolvere la sua forma.

Dafne si trasformò così in albero d’alloro prima che il dio riuscisse ad averla, egli, tuttavia, decise di rendere questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra: con questa avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra; ed inoltre, d’alloro sarebbero stati incoronati in seguito i vincitori e i condottieri.