LATO OVEST

I miti umani, raffigurati sulla parete a ponente, saranno solo sterili drammi, legati fra loro dai lutti e dai dolori che generano le passioni terrene.
Un insegnamento quindi a dominare le passioni dei sensi, sull’esempio di San Girolamo, affrescato non a caso su questa parete, in accordo con la vita virtuosa dell’ambiente agreste riscoperta da Petrarca.

 

Salone Cefalo e Procri

Cefalo e Procri

Procri, figlia del Re di Atene e Cefalo, Re della Focide, valenti cacciatori, erano profondamente innamorati, ma tormentati dai rispettivi sentimenti di gelosia.
Si erano scambiati promessa di eterno amore ed eterna fedeltà, ma ad insidiare la promessa, arrivò Eos, la rosea Aurora.

Il giovane respinse le profferte amorose della Dea, ma questa insinuò in lui il dubbio sulla fedeltà della bella sposa affermando che Procri non avrebbe saputo resistere alla tentazione in cambio di un ricco dono.

Stretto nelle maglie della propria gelosia, il giovane decise di mettere alla prova la bella sposina. Si trasformò in un’altra persona e riuscì a sedurla con la promessa del dono di una preziosa corona d’oro.

Amareggiato e deluso, rivelò alla bella e fedifraga sposa la sua vera identità poi l’abbandonò, accettando le offerte d’amore della Dea Aurora.
Pentita, ma anche umiliata, Procri lasciò l’isola per raggiungere Creta dove re Minosse, invaghitosi di lei, le fece dono di una freccia infallibile e di un cane che non mancava mai la presa.

Minacciata da Pasifae, moglie di Minosse, Procri si dovette cercare un nuovo rifugio; travestita da ragazzo, tornò ad Atene dove assunse una nuova identità e diventò per tutti Pterelao il Cacciatore.

Ma il Destino volle fare nuovamente incontrare i due innamorati che si ritrovarono fianco a fianco durante una battuta di caccia.
Cefalo non la riconobbe, ma quando Procri gli si rivelò, i due finirono per riconciliarsi e tornare insieme.

Procri, però, continuava ad essere tormentata dalla gelosia ed era convinta che Cefalo andava a caccia ogni mattino prima dell’alba, per incontrarsi con Eos.
Una notte volle seguirlo e Cefalo sentendo un fruscio tra i cespugli, scagliò l’infallibile freccia che non mancò di cogliere il bersaglio.

Tormentato dal rimorso e inconsolabilmente innamorato, il giovane fugge in un'isola che da allora porta il suo nome: Cefalonia, e poco dopo si uccide.